La scorsa settimana vi abbiamo parlato dell’iniziativa promossa dal Consorzio armaioli Italiani di Gardone Valtrompia che nelle scuole elementari dei comuni di Gardone e Marcheno sta raccontando ai più piccoli l’importanza della figura del cacciatore e della caccia, attraverso un libro intitolato “Il cacciatore in favola“, scritto da Luca Gottardi, Daniela Casagrande e Patrizia Filippi.
I cacciatori non hanno come intento quello di plagiare i bambini e spingerli verso la caccia. Lo scopo di queste lezioni è quello di far comprendere in modo molto chiaro che cos’è il bracconaggio, spiegare ai più piccoli l’importanza del rispetto dell’ambiente, per la natura e per le regole, spiegando quali sono le specie cacciabili in Italia e come si ottiene il porto d’armi.
Queste lezioni speciali nelle classi di terza, quarta e quinta, sono state approvate dal Consiglio d’istituto, e i piccoli alunni avranno l’opportunità di vedere con i loro occhi i cani utilizzati per le uscite nel bosco e alcuni uccelli imbalsamati.
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L’ira degli animalisti
Anche se il progetto proposto dal Consorzio armaioli Italiani di Gardone Valtrompia è così chiaro, questo non basta per placare gli animi degli animalisti e ambientalisti che si stanno mobilitando contro questa nobile iniziativa.
«Non c’è alcuna differenza tra il bracconaggio e la caccia. Uccidere un animale nel rispetto della Legge o violandola non cambia nulla. La caccia oggi non è più necessaria. È grave parlarne a scuola». Questo è il commento rilasciato al Fatto Quotidiano da Massimo Vitturi, responsabile nazionale area animali selvatici della Lav.
Ma non è tutto, è stata lanciata anche una petizione su Change.org contro la presenza dei cacciatori nelle scuole, che ha raccolto oltre 14.000 adesioni, ma che non ha nessun valore.