L’ultimo caso di cronaca che ha visto come protagonista un orso che ha aggredito un anziano signore su un percorso tra il secondo lago di Lamar e la zona di Terlago, ha fatto parlare e non poco, sopratutto dopo che il 13 agosto scorso, KJ2 (nome in codice dell’animale) è stata abbattuta nella zona del Bondone, la montagna che sovrasta la città di Trento, suscitando una pioggia di polemiche sopratutto tra gli animalisti.
Chi frequenta i boschi di alcune zone dell’Italia, non deve mai escludere la possibilità di imbattersi in quest’animale. Non è detto che un incontro ravvicinato con un orso debbe avere per forza esiti tragici, ma bisogna conoscere alcune norme di comportamento che bisogna avere in questi casi.
Forse non tutti sanno che l’orso non vede l’uomo come una preda, quindi, far percepire la presenza all’animale può spingerlo ad allontanarsi di sua spontanea volontà. Caso differente se è una madre con i suoi piccoli che per il suo naturale istinto di difesa attacca l’uomo.
Le tipologie di contatti che possiamo avere con un orso le possiamo dividere in due categorie: a distanza e ravvicinato.
Nel primo caso, quando l’animale è a una distanza di almeno 50 metri, bisogna allontanarsi senza destare agitazione nell’orso. Sembra facile dirlo, ma l’arma migliore in questi casi è la calma.
Nel caso invece di un contatto ravvicinato, non bisogna mai avvicinarsi ulteriormente e la soluzione migliore è indietreggiare con calma effettuando movimenti lenti e non aggressivi. Parlare a voce bassa è un buon modo per farvi riconoscere. Se l’orso rimane fermo, allontanatevi, se invece dovesse seguirvi, fermatevi ma non lanciate nulla contro l’animale.
Se l’orso attacca bisogna distendersi a terra in posizione prona e coprendo il collo con le mani. Bisogna rialzarsi solo dopo che l’orso si è allontanato, magari, è preferibile aspettare qualche minuto.
Infine, bisogna assolutamente denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine.