È da tempo che si grida all’emergenza cinghiali, la cronaca quotidiana riporta ogni giorno notizie di avvistamento di questi animali nei centri urbani, a ridosso delle strade statali, nei parcheggi.
Il caso più eclatante quello della città di Roma. Complice l’immondizia che straripa dai cassonetti, in alcuni quartieri in pieno centro, sono stati avvistati esemplari piuttosto grandi di cinghiali. Popolari sono i video girati a Monte Mario, in cui gli animali in evidente stato confusionale, frugavano tra i cassonetti correndo per le strade del quartiere Tra lo stupore e la paura degli abitanti. Un uomo a bordo del suo scooter per evitare lo scontro con l’animale che si aggirava lungo il manto stradale, è deceduto cadendo dal motorino. Altro allarme lanciato dalla città di Salerno, in cui sono stati avvistati, a distanza di pochi giorni, due cinghiali di grossa taglia. Il primo nel quartiere San Leonardo, si aggirava nel parcheggio dell’ospedale Ruggi. Il secondo, girava in modo confuso lungo la statale.
L’allarme viene lanciato non solo per i danni provocati alle vite umane, ma anche per le coltivazioni. Da tempo i coltivatori di Liguria, Emilia Romagna, Basilicata ( solo per citarne alcune) denunciano di grossi cinghiali a ridosso dei centri abitati, lungo le campagne, che alla ricerca di cibo, distruggono interi raccolti. Secondo Coldiretti infatti i danni di questo tipo per le coltivazioni sono ogni anno centinaia di migliaia.
Ma quali sono le possibili soluzioni?
Per arginare il problema dell’emergenza cinghiali nelle città, sono stati proposti varie attività. Le associazioni animaliste propongono di reintegrare maggiori predatori ( lupi in questo caso) nelle aree di emergenza, attuando così una sorta di selezione naturale.
In molti sono favorevoli all’immunovaccino dei capi, in modo da rendere questi animali, che si riproducono con grande facilità, sterili. Sarebbe quindi un controllo delle nascite, che potrebbe favorire e riequilibrare il numero di esemplari presenti sul nostro territorio. Il provvedimento però, per essere efficace deve essere coordinato su tutti i Comuni, in modo da mappare il territorio ed averne un controllo efficace.
Altra soluzione proposta, è quella di anticipare la stagione della caccia al cinghiale, che secondo il calendario venatorio dell’Umbria è tra il 1 ottobre e il 10 Febbraio. Soluzione, quest’ultima che farebbe piacere a tutti i cacciatori di ungulati, che vedrebbero ampliato il periodo di caccia all’animale.